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Sito custom vs sito pre-made

Il confronto con i colleghi e con i professionisti del web è molto stimolante e, sicuramente per me, il bello di internet. Da una parte c’è qualcuno che parla il tuo stesso linguaggio e che non ha bisogno di giri di parole per capire cosa sia un css, dall’altra lo scambio arricchisce sempre e comunque anche se le opinioni sono fra loro divergenti – ma questo, secondo me, in qualsiasi luogo, anche di persona.

Dal confronto con Francesca Marano, Digital Doula e caporedattore di Cpiub, è nata una discussione sull’approccio che un webdesigner può trovarsi ad avere con un sito/blog che sta per realizzare. Che poi può essere metafora dell’approccio che abbiamo verso molti aspetti della nostra vita, dettato da una disposizione caratteriale piuttosto che dalla situazione economica.
Sto parlando sempre di web e di siti, anche se sembro filosofeggiare.

Io faccio così.

Dal confronto con un potenziale cliente traggo esigenze, desideri, bisogni; shackero e li trasformo in un “vestito” o, meglio, nell’immagine di cui il mio interlocutore necessita per mostrarsi e presentarsi online in maniera efficace e coordinata: logo, comunicazione, sito. Sicuramente si tratta di immagine studiata e personalizzata.

Sito pre-made

Nel momento in cui sviluppo un sito, poi, mi trovo a scegliere da dove partire. Mi spiego: internet è un universo talmente grande a cui le persone portano conoscenze ed esperienze, le condividono e le rendono disponibili, spesso free. Alcuni progetti raggiungono una portata così grande da essere universalmente noti tra gli addetti al settore o meno: vedi WordPress, la piattaforma di blogging più conosciuta, oppure Bootstrap, framework front-end responsive (sì, questo un po’ più da addetto al settore).

Sono tutti dei validi punti di partenza per sviluppare un sito. Sono lo scheletro, l’architettura che sta dietro alla pagina web, o alla gestione dei contenuti se facciamo riferimento a WordPress. Per dire che non ha senso, per mio conto, sviluppare da zero una piattaforma di blogging, quando WordPress funziona.

Proseguendo nel ragionamento: esistono moltissimi temi per i siti e blog, nel senso di “vestiti” già cuciti che si adeguano allo scheletro del sito stesso. Questi possono avere caratteristiche tecniche fondamentali, quali l’essere responsive, ossia di far sì che il sito si adegui al device con cui viene visualizzato (che sia uno smartphone, un tablet, un pc) oppure possono avere una semantica tale da facilitare l’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Questi “vestiti” già pronti possono essere presi e applicati a un sito così come sono (be’, dietro al pagamento richiesto dall’autore, poche decine di euro, di solito) oppure possono essere personalizzati da un altro web designer come meglio crede.

Da quest’approccio, ovvero quello del sito pre-made, ne consegue:

  • un rischio: avere siti che si assomiglino molto tra loro visto che hanno una medesima base di partenza;
  • un vantaggio: il contenimento dei costi, visto che gran parte del lavoro di sviluppo è stato già fatto e testato da altri prima di noi.

Sito custom

Sull’altra sponda ci sono i siti completamente custom: disegnati da zero e sviluppati da zero, con uno scheletro proprietario e un “vestito” assolutamente originale. Inutile dire che avranno una loro unicità e specificità e questo sicuramente è il loro migliore vantaggio.

Il rischio in questo caso? L’investimento economico maggiore: i costi di realizzazione sono più elevati.
Lo sto definendo un rischio, ma questo termine in questo contesto mi sembra un po’ forte. Meglio chiamarlo svantaggio rispetto alla soluzione precedente. Dopotutto, quando andiamo da un sarto per farci fare un abito su misura, sappiamo già che pagheremo il lavoro artigianale e unico del professionista.

In conclusione

Per ricapitolare, due casi:

  • i siti pre-made: scheletro già pronto, “vestito” preso a prestito e personalizzato
  • i siti custom: scheletro e vestito creati da zero.

Una nota: spesso mi trovo a rispondere ai dubbi di alcuni sull’effettiva personalizzazione dei siti pre-made. Ritengo che sia possibile ottenere un buona customizzazione di un tema/template esistente senza andarne a rovinare l’efficacia tecnica (il responsive o l’ottimizzazione per Google che dicevo più sopra). E che le somiglianze con gli altri siti le colgano effettivamente solo gli addetti ai lavori web, non perché i non addetti ai lavori non capiscano nulla, non mi permetterei!, ma perché spesso si tratta di dettagli.

Sono qui a scrivere, perché mi piacerebbe capire la tua opinione. Mettiamo caso che tu debba mettere in pista il tuo blog o il catalogo online dei tuoi prodotti e che l’unicità della tua immagine ti stia, ovviamente, a cuore: che strada scegli? Quella che ti consentono le tue risorse finanziarie? Oppure, a prescindere dalla pecunia, sei votato a scegliere la personalizzazione in ogni dettaglio a tutti i costi?

2 commenti sull'articolo “Sito custom vs sito pre-made

  1. La mia scelta si basa sul rapporto costi benefici, che deve essere il piu’ basso possibile.
    Ci sono situazioni in cui il risultato che si vuole ottenere è talmente differente da qualunque sistema precostituito che personalizzare un prodotto già esistente richiede lo stesso sforzo di costruirne uno ad hoc, quindi propendo per la seconda soluzione, che in questo caso mi dà il vantaggio del controllo totale.
    Altre volte WordPress risolve egregiamente il problema, ben sapendo che bisogna comunque star dietro a tutti gli aggiornamenti e fare manutenzione almeno una volta al mese per tenere aggiornati core e plugin.

    1. Sono completamente d’accordo con te. Non sono entrata nello specifico, ma quando parlo di “buona customizzazione” intendo personalizzazione via css che può fare buonissime cose, ma non i miracoli.
      Ci vuole l’accortezza di scegliere un tema che si avvicini, con la struttura, a ciò che ho in mente e, da lì, personalizzo.
      Ma se devo diventare matta, allora meglio incominciare da zero.

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